Geschichte Storia

Gli americani trovano l’oro nel forte

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Alla fine della seconda guerra mondiale, gli americani trovano l’oro della Banca d’Italia nascosto nel forte.

Contributo: Paolo Mazzi

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Open Cinema - Laura Maduzzi - Forte

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Giovanni Kinigadner - Erinnerungen

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Beitrag: Giovanni Kinigadner

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Lavori estivi nel forte - anni 50

A 17 anni ho lavorato per tre-quattro mesi nel forte: caricavo e scaricavo munizioni. I vagoni arrivavano in stazione e dovevano essere scaricati subito, altrimenti qualche militare avrebbe dovuto sorvegliare i vagoni fermi. Qui nel forte i carichi di munizione entravano e uscivano di continuo e c’erano dei giorni in cui che arrivavano anche quattro-cinque vagoni da scaricare.
Il signor Pollini portava le munizioni fino al forte, ma poi noi dovevamo caricarci le casse di legno in spalla per portarle all’interno, a quei tempi non i muletti non c’erano ancora.
All’entrata del forte basso stavano delle guardie giurate, ma dentro al forte stesso non c’erano militari: non ce n’era bisogno, visto che in quei anni era solamente una polveriera.

(Racconto di Benito Corso, nato nel 1932, a Fortezza dal 1937)

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Riflessioni sul forte, 2006

La triste realtà è che il forte è e resta: “Un’area dismessa”, ed è molto probabile che il paese ne segua le sorti. Ci vorrà sacrificio e intelligenza per ridarle una seconda vita. In tal senso, vedo buona volontà ma poco raziocinio, e soprattutto tanta povertà di mezzi, Non credo che il settore museario e ancora meno quello commerciale siano più idonei per inverdirne gli allori.
Data la sua maestosità, quasi sacrale, imponenza, merita il rispetto dovuto ad un tempio più di quanto meriti un museo o un mercato. I mercati non hanno attinenza con il sacrale, e i mercati, per buona norma, dovrebbero sempre essere “cacciati dai templi”.
Vorrei che diventasse un luogo di promozione culturale o ispirazione artistica, socialmente viva, un luogo mentalemente aperto alle pluralità delle opinioni. Un tempio della religione civica, quella di Rousseau, quella compatibilie con tutte le altre forme religiose della terra, dove possano trovare comprensione e rispetto reciproco i simboli e le verità rivelate di ognuna di esse, e della cultura degna di questo nome che vive con loro.

(Riflessione di Piero Ottaviani, ex-macchinista)

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Zur Festung

Als die Festung 2005 zugänglich wurde, habe ich mich nicht wirklich für sie interessiert. Ich dachte, sie wäre wie alle anderen Schlösser und Burgen in Südtirol auch.
Meine Mutter, die Mitglied bei Oppidum ist, hat lange gebraucht, um mich zu überreden, mit in die Festung zu kommen: Als sie das dann endlich geschafft hatte, musste ich meine Meinung zur Festung ändern, denn der Bau und die mit ihm verbundene Geschichte haben mich sofort fasziniert.

(Erzählung von Evelin Aquila, geboren 1993, lebt in Franzensfeste)

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Il forte

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Contributo: Hubert Blasbichler

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2005 - Il forte prima del disboscamento

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Contributo: Paolo Mazzi, volontario Oppidum

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Il forte come deposito munizione

Dopo la seconda guerra mondiale il forte veniva usato come deposito munizioni della NATO e veniva tenuto sotto controllo dall’esercito italiano. Le munizioni arrivavano in treno e dovevano essere trasportate al forte con un camioncino. Questo lavoro lo facevo io. Si era sempre accompagnati da una guardia giurata, ma nonostante questo in quegli anni sarebbe stato semplice far sparire una cassa di munizioni. Mi ricordo anche che i proiettili venivano addirittura spalati con una pala.
Un giorno, quando ero al Lago di Garda, il mio camion, pieno di tritolo e di grezzo, ha preso fuoco. Era come se bruciasse un foglio di carta, non ne è rimasto molto.

(Racconto di Enzo Pollini, attuale taxista di Fortezza)

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Coro “Amici della Montagna” - Il trentennale

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Il coro Amici della Montagna ha festeggiato il suo trentennale il 31 luglio 2005 nel forte. Questa è stata la prima manifestazione all’interno del forte dopo l’abbandono della struttura da parte dei militari.

Contributo: coro Amici della Montagna

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